L’ADEMPIMENTO DELLA LEGGE.

di Giovanni Faraone

Il dibattito sull’osservanza della legge o meglio sulle opere della legge c’è sempre stato.

“Che diremo dunque? Rimarremo noi nel peccato onde la grazia abbondi? COSÌ NON SIA. Noi che siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso? O ignorate voi che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Noi siamo dunque stati con lui seppelliti mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita. Perché, se siamo divenuti una stessa cosa con lui per una morte somigliante alla sua, lo saremo anche per una risurrezione simile alla sua, sapendo questo: che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con lui, affinché il corpo del peccato fosse annullato, onde noi non serviamo più al peccato; poiché colui che è morto, è affrancato dal peccato. Ora, se siamo morti con Cristo, noi crediamo che altresì vivremo con lui, sapendo che Cristo, essendo risuscitato dai morti, non muore più; la morte non lo signoreggia più. Poiché il suo morire fu un morire al peccato, una volta per sempre; ma il suo vivere è un vivere a Dio. Così anche voi fate conto d'esser morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù. NON REGNI DUNQUE IL PECCATO NEL VOSTRO CORPO MORTALE PER UBBIDIRGLI NELLE SUE CONCUPISCENZE; E NON PRESTATE LE VOSTRE MEMBRA COME STRUMENTI D'INIQUITÀ AL PECCATO; MA PRESENTATE VOI STESSI A DIO COME DI MORTI FATTI VIVENTI, E LE VOSTRE MEMBRA COME STRUMENTI DI GIUSTIZIA A DIO; PERCHÉ IL PECCATO NON VI SIGNOREGGERÀ, POICHÉ NON SIETE SOTTO LA LEGGE, MA SOTTO LA GRAZIA.” (Romani 6:1-14).

Naturalmente sappiamo che la Scrittura stessa definisce il peccato come la violazione della legge di Dio (1Giovanni 3:4).

Paolo insegna chiaramente che siccome non siamo sotto la legge, ma sotto la grazia, in noi non deve regnare il peccato e non dobbiamo prestare noi stessi al peccato ma dobbiamo mettere in pratica i comandamenti di Dio, non dobbiamo violare la legge. Allora il peccato non avrà potere su di noi e saremo liberi.

Quindi, consapevoli di questa libertà dobbiamo camminare con fiducia e allegrezza in Cristo Gesù che ci ha liberato e ci libera dal peccato. Perché noi viviamo in un corpo di peccato che dovrà essere distrutto, ma il Signore non imputa a noi il peccato se andiamo a Lui con pentimento e abbiamo fede in Lui.

Che significa questo, che possiamo fare quello che vogliamo tanto Dio perdona tutto? No! Paolo ci invita a non fare della nostra libertà un’occasione di peccato.

“Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione alla carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni gli altri;” (Galati 5:13).

Alcuni cristiani obiettano che tutta la legge è ancora valida per noi e fanno riferimento a quanto Paolo dice in Romani 3:31: “Annulliamo noi dunque la legge mediante la fede? Così non sia; anzi, stabiliamo la legge.

Per legge gli ebrei intendono la Toràh ossia i primi cinque libri. Ma a quale legge si riferisce Paolo in questo contesto? Consideriamo questi versetti:

• Gesù disse: “Non pensate che io sia venuto per abolire la legge o i profeti; io sono venuto non per abolire ma per portare a compimento (ovvero adempimento della legge o meglio per completare) (Matteo 5:17).

Dio è Amore [Agape]”. (I Giovanni 4:8-16).

“L'amore non fa male alcuno al prossimo; l'amore, quindi, è l'adempimento della legge. (Romani 13:10).

“Ora, il Signore [Dio] è lo Spirito; e dov'è lo Spirito del Signore, quivi è libertà.” (2Corinzi 3:17).

Come confermò lo stesso Gesù, la legge di Dio si riassume in questi due comandamenti: “Ama il Signore Iddio tuo con tutto il tuo cuore, e con tutta l'anima tua, e con tutta la forza tua, e con tutta la mente tua, e il tuo prossimo come te stesso” (Luca 10:27).

Amore è la traduzione della parola greca “agape” che significa amore altruistico ponendo una differenza tra “philia” e “eros” rispettivamente amore fraterno e amichevole ed erotismo.

Può un uomo da solo osservare questi due precetti? No! Solo Dio può farlo e solo per mezzo di Lui l’uomo può metterli in pratica.

Dio ha prima rivelato la Sua Legge eterna scritta su tavole di pietra e, infine, con Gesù ha mostrato il Suo Amore che è l’adempimento della Legge. Il Signore Gesù Cristo ha dato pieno compimento della legge con la Sua venuta, la Sua abnegazione e il Suo sacrificio per noi e ci ha resi liberi dalla legge del peccato a cui eravamo schiavi e sottoposti alla legge di libertà per servire Colui che ci ha riscattato.

Dalla Parola di Dio si comprende come Paolo si riferisce a questa legge di libertà:

“Perché, fratelli, voi siete stati chiamati a libertà; soltanto non fate della libertà un'occasione per vivere secondo la carne, ma per mezzo dell'amore servite gli uni agli altri.” (Galati 5:13).

E Giacomo ci dà qualche indizio su cosa si intende per legge di libertà:

“Ma chi riguarda bene addentro nella legge perfetta, che è la legge della libertà, e persevera, questi, non essendo un uditore dimentichevole ma facitore dell'opera, sarà beato nel suo operare.” (Giacomo 1:25) Parlate e operate come dovendo esser giudicati da una legge di libertà. (Giacomo 2:12).

Dunque, la legge di libertà è la legge perfetta! E quale sarebbe questa legge perfetta? La legge fondamentale che rappresenta il carattere di Dio cioè il decalogo un tempo scritto con il dito di Dio ma ora scritto con lo Spirito nel cuore degli eletti!

E allora c’è da chiedersi: colui che ha lo Spirito di Dio non adempie per mezzo dell’Amore la legge di Dio? Certamente, perché la legge di Dio è scritta nel cuore del credente e questo è un dono di Dio.

“Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo; contro tali cose non c’è legge. E quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la carne con le sue passioni e i suoi desideri. Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito.” (Galati 5:22-25).

L’adempimento della legge è Dio, è l’Agape, l’Amore, è lo Spirito del Signore.

Noi siamo liberi di entrare nel santuario in virtù del sangue di Gesù (Ebrei 10:19) e anche per il quale abbiamo la libertà di accostarci a Dio, con piena fiducia, mediante la fede in Lui (Efesini 3:12) non perché siamo bravi o perché osserviamo perfettamente la legge. È solo la grazia del Signore che consente al peccatore pentito di presentarsi davanti al Suo trono.

Il mondo intero sarà giudicato un giorno per il proprio operato mediante la perfetta legge scritta ed eterna: “Poi vidi un grande trono bianco e colui che vi sedeva sopra. La terra e il cielo fuggirono dalla sua presenza e non ci fu più posto per loro. E vidi i morti, grandi e piccoli, in piedi davanti al trono. I libri furono aperti, e fu aperto anche un altro libro che è il libro della vita; e i morti furono giudicati dalle cose scritte nei libri, SECONDO LE LORO OPERE.” (Apocalisse 20:11-12)

Coloro i quali appartengono alla vera Chiesa di Dio sono oggi giudicati e corretti continuamente se non fanno la Sua volontà. Ricordate che Dio usa la verga per i figli che Egli ama (1Corinzi 11:31-32; Ebrei 12:4-8). Noi siamo liberi spiritualmente dal peccato e al servizio della volontà del Signore. L’uomo che non fa la Sua volontà significa che non è condotto dallo Spirito di Dio e, quindi, non appartiene a Lui.

Le opere che noi dobbiamo praticare sono quelle che il Signore ha preparato per noi: fare la Sua volontà e niente altro. “Diletti, io v'esorto come stranieri e pellegrini ad astenervi dalle carnali concupiscenze, che guerreggiano contro l'anima, avendo una buona condotta fra i Gentili; affinché laddove sparlano di voi come di malfattori, essi, per le vostre buone opere che avranno osservate, glorifichino Iddio nel giorno ch'Egli li visiterà. Siate soggetti, per amor del Signore, ad ogni autorità creata dagli uomini: al re, come al sovrano; ai governatori, come mandati da lui per punire i malfattori e per dar lode a quelli che fanno il bene. Poiché questa è la volontà di Dio: che, facendo il bene, turiate la bocca alla ignoranza degli uomini stolti; come liberi, ma non usando già della libertà qual manto che copra la malizia, ma come servi di Dio. Onorate tutti. Amate la fratellanza. Temete Iddio. Rendete onore al re.” (1Pietro 2:11-17)

Astenersi dalle carnali concupiscenze significa mettere in pratica il comandamento che dice ‘non concupire’. E com’è difficile per un uomo di Dio! Figuriamoci per l’uomo naturale.

DUNQUE, PUO’ UN UOMO DA SOLO ADEMPIERE ALLA LEGGE?

“Misero me uomo! chi mi trarrà da questo corpo di morte? Grazie siano rese a Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore. Così dunque, io stesso con la mente servo alla legge di Dio, ma con la carne alla legge del peccato.” (Romani 7:24-25).

Paolo riconosce che, avendo scritte le leggi di Dio nel cuore, con la mente desiderava ardentemente di mettere in pratica pienamente la Legge ma in realtà non era sempre possibile. Chi può osservare la legge di Dio pienamente? Nessuno.

Dio è colui che espia le nostre trasgressioni e ci giustifica per le nostre debolezze e, quindi, ai suoi occhi siamo perfetti nell’Amore, se ci pentiamo ed abbiamo fede in Lui.

L’osservanza, dunque, della legge presuppone il sacrificio per l’espiazione perciò il Signore, conoscendo quanto è debole l’uomo e che nessuno è giusto e perfetto, ha detto “misericordia voglio e non sacrificio” (Matteo 9:13) e “Poiché io amo la pietà e non i sacrifizi, e la conoscenza di Dio anziché gli olocausti.” (Osea 6:6).

Leggiamo dalla lettera agli Ebrei capitolo 10 dal verso 5 al 10: “Perciò, entrando nel mondo, egli dice: ‘Tu non hai voluto né sacrificio né offerta, ma mi hai preparato un corpo; non hai gradito né olocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho detto: Ecco, io vengo (nel rotolo del libro è scritto di me) per fare, o Dio, la tua volontà’. Dopo aver detto prima: ‘Tu non hai voluto e non hai gradito né sacrifici, né offerte, né olocausti, né sacrifici per il peccato’ (i quali sono offerti secondo la legge), egli dice poi: ‘Ecco, io vengo per fare la tua volontà’. Egli toglie via il primo per stabilire il secondo. In virtù di questa ‘volontà’ noi siamo stati santificati, mediante l'offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre.

Paolo fa riferimento al Salmo 40.

La Scrittura chiaramente afferma che Dio non vuole sacrifici materiali ma che si faccia la Sua volontà. Poniamo molta attenzione a questa verità fondamentale: Dio toglie via il primo per stabilire il secondo. Cosa significa? Che noi non siamo più sotto la legge fatta di riti, abluzioni vari e di sacrifici animali, ma apparteniamo al Signore a cui siamo tenuti all’obbedienza per fare la Sua volontà. E fare la Sua volontà è mettere in pratica la Sua Parola, i Suoi comandamenti. In pratica amare Dio e il prossimo.

Se noi facciamo la volontà del Signore, non adempiamo la Sua legge? Certamente si.

Non disse Gesù che “non chi dirà Signore Signore, ma chi farà la volontà di Dio entrerà nel Regno dei Cieli” (Matteo 7:21)?

CONOSCERE LA VOLONTÀ DEL SIGNORE È IL DESIDERIO PIÙ IMPORTANTE E PROFONDO CHE UN SERVO DI DIO DEVE AVERE.

Molte, sono le scritture che si riferiscono all’importanza di conoscere la volontà del Signore. Ne citeremo alcune senza commentarle:

“E non vi conformate a questo secolo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la volontà di Dio, la buona, accettevole e perfetta volontà. (Romani 12:2).

Il Signore è venuto per “farci conoscere il mistero della sua volontà, secondo il disegno benevolo ch'Egli avea già prima in se stesso formato, per tradurlo in atto nella pienezza dei tempi, e che consiste nel raccogliere sotto un sol capo, in Cristo, tutte le cose: tanto quelle che son nei cieli, quanto quelle che son sopra la terra.” (Efesini 1:9-10).

“Perciò non siate disavveduti, ma intendete bene quale sia la volontà del Signore. (Efesini 5:17).

“Perciò anche noi, dal giorno che abbiamo ciò udito, non cessiamo di pregare per voi, e di domandare che siate ripieni della profonda conoscenza della volontà di Dio in ogni sapienza e intelligenza spirituale (Colossesi 1:9).

Perché questa è la volontà di Dio: che vi santifichiate, che v'asteniate dalla fornicazione (1Tessalonicesi 4:3).

in ogni cosa rendete grazie, poiché tale è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. (1Tessalonicesi 5:18).

“Poiché voi avete bisogno di costanza, affinché, avendo fatta la volontà di Dio, otteniate quel che v'è promesso. (Ebrei 10:36).

“Guardate di non rifiutare Colui che parla; perché, se quelli non scamparono quando rifiutarono Colui che rivelava loro in terra la sua volontà, molto meno scamperemo noi se voltiamo le spalle a Colui che parla dal cielo;” (Ebrei 12:25).

“… [IDDIO] vi renda compiuti in ogni bene, onde facciate la sua volontà, operando in voi quel che è gradito nel suo cospetto, per mezzo di Gesù Cristo; a Lui sia la gloria ne' secoli dei secoli. Amen.” (Ebrei 13:21).

Ora fratelli, se commettiamo un peccato sappiamo che abbiamo un avvocato presso il Padre nostro che ci giustifica, ci perdona perché ci ha amato e ci ama ancora e ci amerà sempre.

Smettiamo di preoccuparci se non riusciamo ad osservare pienamente questo o quel precetto perché non dipende da noi il compimento. Se stiamo attaccati alla vite (alla Parola di Dio, Gesù Cristo) porteremo molto frutto perché senza di Lui non possiamo fare nulla.

Se il Signore ci ha fatto vedere come siamo una volta per sempre, che senso ha ritornare a guardarci ancora allo specchio? Forse che ci si dimentica di come siamo fatti? Il Signore ha promesso che saremo trasformati: oggi nella nostra mente e al Suo ritorno anche nel corpo.

Piuttosto chiediamo al Signore di farci conoscere qual è oggi la Sua volontà per noi e di darci il volere e il potere di operare sempre per mezzo del Suo Spirito. In modo che ognuno di noi possa dire: IO POSSO OGNI COSA IN COLUI CHE MI FORTIFICA.

Sia ringraziato il Signore che ci libera da ogni peccato mediante la Sua grazia.

La grazia del Signor Gesù Cristo e l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi fratelli. Amen.




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